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Un cocktail “scalciante”, che confonde la geografia e divide sull’utilizzo del cetriolo. Ma anche che, come tutti i grandi classici, subisce molte rivisitazioni… tra cui quella con la birra!

Il “mulo di Mosca”: sembra russo ma non lo è

Un cocktail fresco e dissetante, il cui nome evoca origini russe ma che in realtà è tutto americano. L’idea del Moscow Mule nasce infatti in un bar statunitense nel 1941, dall’incontro di due imprenditori (John. G. Martin e Jack Morgan), uno che tentava con scarso successo di distribuite negli Stati Uniti una vodka russa (la Smirnoff) e l’altro (proprietario di un locale rinomato di Hollywood, il Cock'n'Bull Tavern) che cercava di lanciare sul mercato la sua ginger beer. I due provarono a unire le loro materie prime e, per rendere il drink più aspro, capace di "scalciare come un mulo" nella gola di chi lo avesse bevuto, aggiunsero un po’ di lime. Il riferimento a Mosca, dunque, si deve unicamente alla presenza della vodka e non alle origini del cocktail. Per un certo tempo, tuttavia, i due tentarono di lanciare il drink con il nome di “Vodka Buck” (in quanto appartenente a quella categoria di bevande a base di Ginger Ale o Ginger Beer), ma questo nome non piacque al mercato, laddove invece il gusto del cocktail stava conquistando tutta l’America. Per questo intorno agli anni Cinquanta fu ribattezzato e da allora si chiamò solo “Moscow Mule”.

Il servizio (in rame) non è casuale

Il Moscow Mule è stato il primo drink della storia della miscelazione ad essere servito in una “tazza” di rame. La scelta di questo materiale non ha affatto un mero ruolo estetico, ma è funzionale innanzitutto a far sì che il contenitore (essendo il rame un ottimo conduttore) si raffreddi più velocemente, risultando subito pronta ad accogliere gli ingredienti da mescolare. La seconda motivazione (priva tuttavia di qualsiasi fondamento scientifico) vorrebbe che l’interazione tra il rame e l’acidità sia responsabile del particolare retrogusto acquisito dal cocktail.

Un successo senza tempo

Fin dalla sua invenzione, il Moscow Mule è divenuto uno dei long drink più in voga tra gli amanti del bere miscelato e dal 2011 fa parte della lista ufficiale dell'Associazione internazionale dei bartenders (Iba), che ne ha cristallizzato la ricetta (a base di solo Vodka, Ginger Beer, Succo di lime fresco e 1 fetta di lime) e il grado alcolico (circa 38,8%).

Ma come sempre avviene per le preparazioni divenute “classici” (che si tratti di food o di beverage), non mancano le rivisitazioni. Una di quelle più diffuse, come il Moscow Mule di Sonia Peronaci, prevede l’aggiunta di una fetta di cetriolo come guarnizione. Non si tratta di un ingrediente scelto a caso per il suo gusto fresco, ma probabilmente di un’interpretazione errata data da bartender dell’Est Europa che, facendosi ingannare dal nome, avrebbe voluto dare un “tocco russo”, richiamandosi all’usanza russa di accompagnare gli shottini di vodka liscia con dei cetriolini in salamoia da sgranocchiare.

Altre varianti sono:

  • il London Mule: che contiene gin al posto della vodka;
  • il Kentucky Mule: preparato con bourbon in sostituzione alla vodka;
  • il Mexican Burro (noto anche come El Burro) che invece della vodka contiene la tequila.
  • il Moscow Mulime, una rivisitazione tutta italiana, firmata Sanpellegrino: un long drink fresco e speziato che mantiene la vodka e il succo di lime, sostituendo però il Ginger Beer con il Sanbitter emozioni zenzero, dal sapore intenso.

Anche a base di birra

Il Moscow Mule è anche uno dei cocktail storici che sono investiti dalla nuova tendenza dei cocktail miscelati con la birra, utilizzata come ingrediente base in alternativa ai più comuni champagne o prosecco e aggiunta nel bicchiere sempre come ultimo ingrediente per non annullare l’effetto della fermentazione (ovvero per non perdere le caratteristiche bollicine).

Come sempre quello che conta è mantenere una certa armonia nei gusti, per questo al momento della scelta degli abbinamenti è importante ricordare che, come abbiamo scritto qui, ogni birra ha una propria intensità di gusto che si sposa bene con alcuni ingredienti piuttosto che con altri: per esempio le birre belga hanno un sapore erbaceo (“grassy” in inglese), che si sposa perfettamente con il gin, mentre le birre scure ad alta fermentazione, forti e decise, stanno meglio con la dolcezza del rhum.

Per quanto riguarda l’amarezza invece, è da tenere presente che nelle birre troppo luppolate può variare molto a seconda degli ingredienti con cui vengono miscelate, ed è quindi meglio evitarle. In ogni caso, come in tutti i settori (soprattutto d’avanguardia), il trucco è solo uno: sperimentare e assaggiare!

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Il settore Horeca (hotel, ristoranti e catering) è in continua evoluzione e Horecava rappresenta l’evento annuale in cui questa evoluzione prende forma, portando sotto i riflettori le tendenze e le innovazioni che stanno trasformando il mercato. Dal 13 al 16 gennaio 2025, il centro espositivo RAI di Amsterdam si trasformerà nuovamente in un grande hub per professionisti provenienti da tutto il mondo, che si ritroveranno per discutere, scoprire e confrontarsi sulle sfide e le opportunità del settore.

Horecava, una tradizione che guarda al futuro

Fin dal suo esordio nel 1957, Horecava ha costruito una solida reputazione come uno degli eventi di riferimento per il settore Horeca. Ogni anno, migliaia di professionisti si incontrano per esplorare nuove idee, soluzioni e strategie per far crescere le proprie attività. Con un mix di espositori che spaziano dalle grandi multinazionali alle piccole start-up, Horecava si è affermata come piattaforma per l’innovazione e il networking a livello internazionale.

L’edizione 2025 promette di portare questa tradizione a un nuovo livello, offrendo una visione completa delle tendenze più recenti che stanno modellando il settore. Gli oltre 60.000 visitatori attesi potranno immergersi in una vasta esposizione di prodotti e servizi che coprono tutte le aree chiave dell’Horeca, dal cibo e bevande alle attrezzature per la cucina, dalla gestione alberghiera alla digitalizzazione.

Un focus particolare sull’innovazione digitale

Il digitale ha trasformato in modo radicale il settore Horeca negli ultimi anni e Horecava 2025 metterà in evidenza le soluzioni tecnologiche più avanzate che stanno ridefinendo il modo di fare business. Tra i temi principali, ci sarà l’uso dell’intelligenza artificiale e del machine learning per ottimizzare le operazioni quotidiane, come la gestione delle scorte, la pianificazione dei turni del personale e l’analisi delle abitudini dei clienti.

Inoltre, l’adozione di software di gestione integrata che unificano i diversi aspetti del ristorante o dell’hotel, dalla prenotazione alla gestione delle recensioni, sarà uno dei temi centrali.

Horecava verso un futuro più sostenibile

Il tema della sostenibilità è al centro dell’attenzione nel settore Horeca e Horecava 2025 offrirà uno spazio dedicato alle soluzioni che possono aiutare ristoranti, hotel e catering a ridurre il loro impatto ambientale. Dalle tecnologie per la gestione efficiente delle risorse energetiche, all’uso di materiali riciclati e compostabili, fino alle soluzioni per la riduzione dello spreco alimentare, l’evento sarà un punto di incontro per tutti coloro che desiderano implementare pratiche più sostenibili nelle proprie attività.

Uno dei focus principali sarà la presentazione di nuove strategie per combattere lo spreco alimentare, un problema che sta assumendo proporzioni sempre più rilevanti. Le soluzioni proposte includono piattaforme per la gestione delle scorte in modo più efficiente, programmi di donazione del cibo in eccesso e nuove tecniche per il recupero degli avanzi, trasformandoli in nuovi piatti. Inoltre, ci saranno dimostrazioni su come la gestione delle risorse idriche ed energetiche può essere ottimizzata, riducendo i costi operativi e l’impatto ambientale.

La formazione al centro, apprendere e innovare

Partecipare a Horecava non significa solo esplorare nuove tecnologie e prodotti, ma anche crescere a livello professionale. L’edizione 2025 offrirà una vasta gamma di workshop e seminari formativi, tenuti da esperti del settore che condivideranno le loro esperienze e le migliori pratiche. Questi incontri copriranno tematiche come la gestione del personale, le tecniche di marketing digitale, le strategie di fidelizzazione dei clienti e l’uso dei social media per migliorare la visibilità del proprio brand.

I partecipanti avranno l’opportunità di apprendere tecniche e strumenti che possono essere immediatamente applicati nella gestione quotidiana delle loro attività.

Le start-up e il futuro dell’Horeca

Uno degli spazi più dinamici di Horecava è il “Padiglione Start-up”, dove le giovani imprese avranno l’opportunità di presentare le loro soluzioni innovative per il settore Horeca. Questa sezione della fiera è dedicata alle idee più rivoluzionarie, che spaziano dal food-tech alle soluzioni per migliorare l’efficienza operativa e la sostenibilità.

Tra gli altri padiglioni tematici vi è il “Padiglione Mediterranea”. Questo spazio celebra la ricca tradizione culinaria dei Paesi mediterranei, mettendo in risalto ingredienti freschi, autentici e sapori vibranti. Espositori provenienti da Italia, Spagna, Grecia e altri Paesi mostrano prodotti tipici come olio d’oliva, formaggi, vini e spezie, promuovendo l’incontro tra tradizione e innovazione gastronomica.

Un’esperienza unica per professionisti globali

Horecava non è solo un evento olandese, ma una fiera che attira partecipanti da tutto il mondo. La presenza di espositori e visitatori internazionali rende l’evento un punto di incontro per culture e pratiche diverse, offrendo un’opportunità unica per scoprire come i professionisti di altri Paesi affrontano le sfide del settore. Questo scambio di idee e best practice è uno degli aspetti più preziosi di Horecava e permette ai partecipanti di ampliare i loro orizzonti e acquisire una visione globale delle tendenze e delle strategie che stanno trasformando il mercato.

Sul sito internet della fiera trovate tutte le informazioni necessarie per partecipare alla manifestazione come espositore.

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In un mercato gastronomico sempre più competitivo, distinguersi è fondamentale. Uno dei prodotti che sta catturando l’attenzione dei gourmet e non solo è la pinsa, una variazione della classica pizza che conquista per la sua leggerezza e digeribilità. Ma come può un ristoratore vendere la pinsa efficacemente? Ecco alcuni consigli per non solo inserirla nel menù, ma farla diventare un vero e proprio best seller.

Perché la Pinsa?

La pinsa, con la sua base croccante fuori e morbida dentro, è una proposta gastronomica che risponde alla crescente domanda di cibi sani e allo stesso tempo gustosi. Non si tratta solo di un piatto trendy, ma di una vera e propria tradizione culinaria che affonda le radici nella storia romana. Offrire la pinsa nel proprio ristorante significa non solo ampliare la varietà del menù, ma anche proporre ai clienti un'esperienza culinaria unica e autentica.

Consigli per il Successo

Per trasformare la pinsa in un vero successo ci sono alcuni punti chiave da considerare: dalla selezione degli ingredienti di alta qualità alla formazione dello staff, passando per la scelta di tecniche di cottura appropriate che ne esaltino il sapore e la consistenza. Non meno importante è la presentazione e la promozione: un'immagine accattivante e una strategia di marketing mirata possono fare la differenza. Infine, è essenziale ascoltare i feedback dei clienti e adattare l'offerta alle loro preferenze. Nel prosieguo dell'articolo, esploreremo in dettaglio ciascuno di questi aspetti, fornendo ai ristoratori gli strumenti per fare della pinsa un punto di forza del loro business.

La Scelta degli Ingredienti: La Base del Successo

Uno degli aspetti fondamentali per vendere la pinsa con successo è la selezione degli ingredienti. Non stiamo parlando di semplici componenti di una ricetta, ma di veri e propri protagonisti che possono elevarne il gusto e la qualità. Farine selezionate, pomodori maturi al punto giusto, mozzarella filante di alta qualità e basilico fresco sono solo alcuni esempi di ciò che può fare la differenza. Ma come trovare il giusto equilibrio? L'esperienza insegna che il segreto sta nel saper scegliere prodotti locali, magari a km 0, che garantiscano freschezza e sostengano l'economia locale. Una pinsa con ingredienti scelti con cura è non solo un piacere per il palato, ma anche un racconto che il cliente apprezzerà e che contribuirà a fidelizzarlo.

Marketing e Promozione: Comunicare Valore

Ma cosa serve una pinsa eccellente se nessuno ne è a conoscenza? Qui entra in gioco l'arte del marketing e della promozione. Creare una storia intorno alla propria pinsa, sottolineandone l'autenticità e la qualità, è il primo passo per catturare l'attenzione. Utilizzare i social media per mostrare immagini accattivanti del prodotto, condividere recensioni entusiastiche dei clienti e organizzare eventi tematici può aumentare la visibilità e l'interesse. Non sottovalutare il potere di una buona storia: perché non raccontare l'origine dei vostri ingredienti o l'ispirazione dietro a una nuova ricetta? La pinsa non è solo cibo, è cultura, tradizione e passione. Trasmettere questi valori ai clienti li renderà non solo consumatori ma veri e propri ambasciatori del vostro ristorante.

Passando da ingredienti di qualità a una comunicazione efficace, è chiaro che vendere la pinsa richiede dedizione e attenzione ai dettagli. Ma non dimentichiamo l'importanza dell'ascolto: il feedback dei clienti è una miniera d'oro di informazioni che può guidare verso un miglioramento continuo. Non si tratta solo di vendere un prodotto, ma di creare un'esperienza che lasci il segno. E voi, siete pronti a trasformare la pinsa nel punto di forza del vostro menù?

Trasformare la Pinsa in un'Esperienza Unica

Nel panorama culinario attuale, dove l'innovazione e la tradizione si intrecciano continuamente, la pinsa rappresenta una scelta vincente per i ristoratori che vogliono offrire ai propri clienti qualcosa di più di una semplice pietanza. Abbiamo esaminato l'importanza di ingredienti selezionati, una presentazione impeccabile e una promozione accattivante come pilastri fondamentali per rendere la pinsa non solo un piatto del menù, ma un'esperienza memorabile per chi la degusta.

L'equilibrio tra il rispetto della tradizione romana e l'innovazione dei metodi di cottura moderni, la cura nella scelta degli ingredienti locali e la capacità di comunicare attraverso storie autentiche che danno vita ai sapori, sono tutte strategie che possono fare la differenza nella percezione del cliente. Ricordiamo che la pinsa non è solo un'opzione gastronomica di tendenza, ma un'opportunità per raccontare una storia di qualità e passione, elementi che possono trasformare una semplice cena in un viaggio culturale e sensoriale.

La sfida per i ristoratori sarà quella di mantenere un ascolto attivo verso i propri clienti, interpretando i loro feedback e adeguando l'offerta per soddisfare i palati più esigenti. In questo modo, la pinsa potrà diventare un simbolo della vostra attenzione verso l'eccellenza e l'autenticità. Con questi consigli, il successo nel vendere la pinsa è a portata di mano: siete pronti a farvi conoscere come il luogo dove la tradizione della pinsa romana incontra la qualità e l'innovazione del vostro ristorante? Lasciate che ogni assaggio diventi un racconto indimenticabile e che ogni cliente diventi un ambasciatore della vostra passione per la gastronomia.

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La birra è una delle bevande alcoliche più popolari al mondo e, spesso, siamo portati a chiederci quale sia il suo impatto sulla nostra dieta e sulla salute in generale. In questo articolo, esploreremo i valori nutrizionali della birra, il suo potenziale effetto sull'aumento di peso e altri aspetti legati al consumo moderato di questa bevanda. Inoltre, forniremo utili suggerimenti su quale tipo e quantità di birra bere per mantenere un equilibrio con la dieta. Per farlo ci aiuterà il dietologo di Udine dott. Mauro Meloni.

Valori nutrizionali della birra

La birra è composta principalmente da acqua, cereali come l'orzo e il frumento, lievito e luppolo. Questa combinazione di ingredienti conferisce alla birra il suo sapore caratteristico e i suoi valori nutrizionali. In generale, la birra è moderatamente calorica, contenendo circa 150-200 calorie per una lattina o una pinta di dimensioni standard. Tuttavia, i valori specifici possono variare a seconda del tipo di birra e del suo tenore alcolico.

La birra fa ingrassare?

La domanda se la birra faccia ingrassare è comune tra coloro che seguono una dieta o cercano di mantenere il peso forma. È importante sottolineare che il consumo moderato di birra di per sé non è direttamente responsabile dell'aumento di peso. Ciò che determina l'incremento calorico è spesso l'eccesso di calorie derivante da un consumo eccessivo di birra e di altri alimenti.

Tuttavia, è importante notare che la birra contiene alcol, che ha un valore calorico relativamente elevato (circa 7 calorie per grammo). Inoltre, il consumo eccessivo di alcol può influenzare negativamente il metabolismo, favorendo l'accumulo di grasso corporeo.

Altri effetti della birra sulla salute

Oltre alla sua possibile influenza sul peso, è importante considerare gli altri effetti che la birra può avere sulla salute. La birra contiene una varietà di sostanze come antiossidanti, vitamine del gruppo B e minerali come il silicio, che possono offrire alcuni benefici per il corpo se consumati con moderazione. Alcune ricerche hanno suggerito che il consumo moderato di birra può avere effetti positivi sulla salute cardiovascolare e sulla densità ossea.

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che il consumo eccessivo o incontrollato di birra può portare a problemi di salute, tra cui dipendenza dall'alcol, danni al fegato, aumento del rischio di malattie cardiovascolari e obesità. Pertanto, è importante mantenere un equilibrio e consumare birra in modo responsabile.

Quale e quanta birra bere per non ingrassare

Sebbene la birra possa essere inclusa in una dieta equilibrata, è consigliabile adottare alcune strategie per evitare l'eccesso di calorie. Ecco alcuni suggerimenti utili:

1. Scegliere birre leggere: le birre leggere o a basso contenuto calorico spesso hanno un

 ridotto contenuto alcolico e, di conseguenza, un minor apporto calorico. Optare per queste varietà può ridurre l'apporto calorico complessivo.

2. Controllare le porzioni: bere birra con moderazione è fondamentale per mantenere l'equilibrio calorico. Limitare il consumo a una o due unità al giorno può aiutare a gestire l'assunzione calorica complessiva.

3. Bilanciare con l'esercizio fisico: sebbene il consumo di birra moderato possa essere incluso nella dieta, è importante compensare l'apporto calorico con l'esercizio fisico regolare. Mantenere uno stile di vita attivo può contribuire a mantenere l'equilibrio energetico complessivo.

In conclusione, la birra può essere inclusa in una dieta equilibrata se consumata con moderazione. Tuttavia, è essenziale tenere conto delle calorie e dell'apporto di alcol, così come di altri effetti sulla salute. Seguire una dieta sana e bilanciata, unita a uno stile di vita attivo, è la chiave per mantenere un equilibrio tra il piacere di gustare una birra e la salute generale.

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La dieta della birra, come suggerisce il nome, si basa sull'assunzione di birra come fonte principale di calorie. Ma come funziona esattamente questa dieta? Innanzitutto, va detto che non esiste una vera e propria dieta della birra con un piano alimentare strutturato, ma si tratta più che altro di un approccio alimentare che prevede l'inserimento della birra all'interno di una dieta equilibrata. In pratica, la birra viene utilizzata come fonte di carboidrati, proteine e vitamine del gruppo B, e viene associata a pasti leggeri a basso contenuto calorico come insalate, verdure e proteine magre.

 

Quanto incide una birra sulla dieta?

Dipende dalla quantità e dalla frequenza di consumo. Una lattina di birra contiene in media 150 calorie, ma se si considera che una serata in compagnia può facilmente portare al consumo di diverse birre, il bilancio calorico diventa decisamente negativo. Inoltre, la birra contiene alcol, che ha un effetto negativo sulla capacità di bruciare i grassi e può stimolare l'appetito, portando a un aumento dell'assunzione calorica complessiva.

 

Come bere la birra e non ingrassare?

La soluzione non è eliminare completamente la birra dalla dieta, ma piuttosto imparare a bere in modo consapevole e responsabile. In primo luogo, è importante limitare la quantità di birra consumata e scegliere birre leggere a basso contenuto alcolico. In secondo luogo, è utile associare la birra a pasti leggeri a basso contenuto calorico e limitare l'assunzione di snack e alimenti ad alto contenuto calorico durante il consumo di birra. Infine, è importante non trascurare l'attività fisica e mantenere uno stile di vita attivo per aiutare il corpo a bruciare le calorie in eccesso.

 

Quante birre si possono bere in un giorno?

Non esiste una risposta univoca a questa domanda, poiché dipende dalle esigenze caloriche individuali e dal livello di attività fisica. Tuttavia, i nutrizionisti consigliano di limitare il consumo di alcol a un massimo di una o due bevande al giorno per gli uomini e una bevanda al giorno per le donne, nel rispetto delle linee guida suggerite dalla comunità scientifica per la prevenzione dell'obesità e delle malattie croniche. In ogni caso, è importante ricordare che la birra non può sostituire un pasto completo e vario e non può essere considerata una fonte nutrizionale completa.

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In primo luogo bisogna fare una differenza. L’intolleranza al glutine e la celiachia non sono la stessa cosa. La celiachia è difatti una malattia genetica non debellabile, sebbene ad oggi si possa tenere sotto controllo. L’intolleranza al glutine, invece, è una sensibilità elevata ad alimenti che lo contengono e talvolta, per stare meglio, basta semplicemente limitarne il consumo. Ad oggi esistono per questo infinite varianti di cibi e bevande senza glutine, ma non bisognerebbe mai agire senza chiedere il parere di un esperto. Se sai o sospetti di essere celiaco, o intollerante al glutine, non eliminarlo dalla tua alimentazione senza indagare in maniera approfondita.

 

Che alcolici può bere un celiaco?

Una persona malata di celiachia può bere vini, spumanti e distillati senza nessuna preoccupazione. Certo è che qualora si dovesse trattare di alcolici caratterizzati da ingredienti aggiuntivi (un esempio può essere la vodka alla pesca) allora in quel caso si tratterebbe di alcolici a rischio, i quali devono chiaramente avere esposto sull’etichetta la dicitura “Senza Glutine” per essere consumati. 

Per la birra l’attenzione dev’essere massima. Quasi tutte le birre ad oggi in commercio sono ottenute dalle fermentazioni di cereali, per questo motivo qualora un celiaco voglia comprarne una bottiglia dovrà assicurarsi della totale assenza di glutine all’interno. Ovviamente, il consumo di bevande alcoliche “Senza Glutine” dovrà essere comunque limitato, in quanto il glutine resterà comunque presente in piccolissime parti e possibili effetti collaterali non sono esclusi a priori.

 

Che differenze ci sono tra una birra “Senza Glutine” ed una birra normale?

Di birre “Senza Glutine” ne esistono di due tipi:

    • La Gluten Free: sono quelle che non presentano glutine perché prodotte con ingredienti privi naturalmente di questa proteina;
    • La birra privata del glutine: ovvero tutte quelle birre che presentano una percentuale di glutine molto ridotta tale da poter essere (moderatamente) assunta da chi ne è intollerante;

Per quanto riguarda la birra Gluten Free, la differenza con la birra classica c’è ed è sostanziale. Questo per nessun altro motivo se non per l’uso di ingredienti diversi da quelli classici. Una birra Gluten Free è creata con cereali come riso o mais, quinoa, grano saraceno, ma anche altri ingredienti come castagne e zucche. Non si tratta quindi di una variabile esclusiva per gli intolleranti, si tratta proprio di ricette diverse che nessun buon amante della birra non proverebbe. Per quanto riguarda, invece, la birra “classica” a basso contenuto di glutine la differenza sarebbe impossibile da trovare. Le due birre non solo sono identiche sotto un punto di vista visivo, ma anche nel gusto.

 

Quanti gradi ha la birra senza glutine?

Il grado alcolico di una birra dipende principalmente dalla quantità di zuccheri fermentescibili presenti, dalla tipologia di lievito e dalla fermentazione. Non c’è quindi un vero e proprio collegamento al cereale utilizzato. Il grado alcolico di una birra senza glutine può variare in piccola parte o addirittura rimanere identico, come nel caso della Peroni Glutee Free (4,7%).

 

Quali sono le birre senza glutine italiane?

Sarebbe impossibile elencare tutte le birre senza o a basso contenuto di glutine ad oggi in commercio. L’intolleranza al glutine e la celiachia non sono più disturbi secondo i quali le persone sono costrette semplicemente a eliminare il glutine dall’alimentazione. Sono solo delle semplici condizioni a cui abituarsi, grazie all’infinità varietà di alternative Glutee Free ad oggi disponibili a chiunque. Che voi stiate cercando una birra Glutee Free dal gusto particolare o una classica birra semplicemente riadattata alla vostra condizione, ricordatevi di prestare molta attenzione all’etichetta della birra scelta e andate sempre alla ricerca del “Senza Glutine” o alla lista degli ingredienti.

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La birra biologica è l'alternativa ecologica alla birra convenzionale. Sempre più birrifici offrono birre ecologiche e stanno convertendo le loro operazioni produttive al 100% biologico. La birra biologica ha vantaggi sia per la salute che per la protezione dell'ambiente. Spieghiamo in cosa consiste la Legge sulla purezza, cosa rende speciale la birra biologica e ti suggeriamo anche alcune buone marche che puoi acquistare.

Cosa dice la legge sulla purezza per la birra?

Luppolo, malto, lievito e acqua. Solo questi quattro ingredienti sono ammessi nella birra. Tuttavia, la legge sulla purezza non regola il modo in cui veniva coltivato il luppolo e se venivano usati fertilizzanti o pesticidi. Molte persone che apprezzano l’alimentazione ecologica e a basse emissioni vogliono quindi acquistare birra biologica. Ma che cos'è esattamente?

La differenza tra birra biologica e birra normale

La birra biologica può contenere solo luppoli e cereali provenienti da agricoltura biologica. Sono vietati i fertilizzanti e l'uso di additivi sintetici che migliorano la durata di conservazione delle materie prime. Se una birra è davvero biologica di solito si può vedere dal suo aspetto, poiché è più torbida della birra convenzionale. Il motivo: non chiarificare o conservare per pastorizzazione.

Anche se questo sarebbe consentito anche con la birra ecologica, la maggior parte dei produttori di birra biologici ne fa a meno, poiché vengono preservati più sapore e ingredienti. Di conseguenza, la birra biologica spesso non si conserva a lungo come la birra convenzionale, ma ha un sapore più intenso.

  • Etichetta e sigillo per birra biologica.
  • Utilizzo di materie prime provenienti da coltivazioni ecologiche e senza pesticidi.
  • Nessun utilizzo di estratto di luppolo, solo luppoli e malto non solforati.
  • Nessun conservante sintetico di conservazione per l'orzo.
  • Privo di additivi quali acido ascorbico e lattico, colorante caramello, anidride solforosa.
  • Sigillo di garanzia per il prodotto biologico.

I 10 migliori marchi di birra biologica

Queste birre sono per lo più prodotte da piccoli birrifici regionali. Sono tutte birre che puoi trovare in alcuni negozi di prodotti naturali, in erboristeria o in negozi dedicati ai prodotti di qualità. L'arte della birra e la tradizione di famiglia sono così preservate. Dunque, se ti piacciono le varietà innovative e i sapori limitati e stagionali, abbiamo selezionato per te alcune birre biologiche di ottima qualità.

  • Neumarkter Lammsbräu
  • Birra Decker
  • Glossner
  • Störtebecker
  • Harderner Bräu
  • Riedenburger
  • BrewDog
  • Wolfcraft
  • Birrificio La casa di cura

1. Neumarkter Lammsbräu

Il birrificio Lammsbräu di Neumarkt nell'Alto Palatinato è sicuramente il pioniere della birra biologica e da oltre 30 anni fa affidamento su una "legge sulla purezza ecologica". Le materie prime provengono da coltivazioni regionali, l'acqua dalla nostra sorgente minerale. Lammsbräu produce anche il malto stesso. La gamma comprende molte varietà differenti dal fondente al farro; disponibile anche birra senza glutine e senza alcol.

2. Birra Decker

La Decker Bier esiste solo dal 2014 e anche il concetto è nuovo: tutte le birre sono prodotte a mano e con ingredienti puramente naturali nei microbirrifici locali nella regione meridionale del Baden. Quindi Decker è una rete di birrifici. Tutti i birrifici rinunciano a pastorizzazione, filtrazione e coloranti. Decker Bier è anche socialmente impegnato.

3. Glossner

Il piccolo birrificio privato Glossner di Neumarkt esiste dal 1574 ed è ora prodotto nella 14a generazione. Nelle varie birre del birrificio vengono utilizzate solo materie prime provenienti dagli agricoltori della regione. Oltre ai gustosi classici, ci sono anche specialità di stagione come Dark Organic Radler.

4. Störtebecker

La Störtebecker Braumanufaktur di Stralsund ha sei ottime birre nella sua gamma. Ad esempio, la Übersee-Pils dalla forte acidità e la fruttata e piccante Bernstein-Weizen. Trovare una nuova birra preferita è particolarmente facile con la confezione da sei "scrigno del tesoro biologico".

5. Haderner Bräu

Birra biologica di Monaco: Haderner Bräu è il primo birrificio biologico di Monaco. Le birre sono guidate dalla natura e sono prodotte in piccole quantità in modo tradizionale e artigianale. Le materie prime provengono da piccole aziende biologiche della Baviera. La gamma comprende quattro varietà: chiara, birra di frumento, scura e IPA.

6. BrewDog

Questo giocatore potrebbe non essere tedesco, ma fa sempre scalpore e quindi non dovrebbe mancare in questa lista: BrewDog . Con il suo modello equity punk, il birrificio scozzese vuole rivoluzionare il mondo della birra. L'azienda è stata fondata nel 2007 da James Watt e Martin Dickie, annoiati dalla banale scena della birra del Regno Unito. Da allora, BrewDog si è anche finanziata attraverso il crowdfunding, implementando progetti innovativi e unici che non solo si traducono in una birra deliziosa, ma anche nella promozione della sostenibilità.

7. Riedenburg

Tra Monaco e Norimberga, Riedenburger produce birra da tre decenni, dal 1994 come il primo birrificio in Baviera ad essere al 100% puramente ecologico. Oltre ai soliti classici, Riedenburger propone anche una birra analcolica e una speciale birra biologica a base di grano antico.

8. Wolfscraft

Il birrificio è sinonimo di arte della birra responsabile e non convenzionale. Le birre sono prodotte secondo una tradizione secolare e fanno a meno di additivi come gli estratti di luppolo. I birrai di Monaco producono le birre a mano. A causa del tempo di maturazione fino a cinque volte più lungo rispetto alla produzione industriale, tutte le birre ottengono un gusto unico. Wolfscraft ha attualmente quattro diversi tipi di birra nella sua gamma: una birra leggera, una pilsner fresca, la super lager e una versione analcolica.

9. Birrificio La casa di cura

Il birrificio è stato fondato nel 2013 da 3 amici/soci con l'amore per la birra. Questa birra biologica reinterpreta in modo creativo la tradizione della birra. La gamma delle birre biologiche è eccezionale e ampia. Dalla classica pilsner alla lager fino alla birra di farro, tutto è incluso. In qualità 100% biologica e con tanto amore per l'arte della birra, per le materie prime e per la natura.

Conclusione: la birra biologica è più rispettosa dell'ambiente rispetto alla birra normale

La birra biologica non è solo meno dannosa per la salute. Per quanto riguarda l'ambiente, vale anche la pena scegliere l'opzione ecologica. Il miglior esempio: il luppolo convenzionale cresce in una monocoltura, che richiede molti pesticidi perché il terreno è molto più suscettibile ai parassiti. Le monocolture rimuovono i nutrienti dal terreno solo in modo molto unilaterale, il che significa che sono necessari sempre più fertilizzanti.

D'altra parte, il luppolo può crescere molto bene in permacultura, un metodo di coltivazione modellato sugli ecosistemi naturali. Le birre ecologiche utilizzano spesso il luppolo della permacultura; i produttori di birra biologici lavorano solo il luppolo che è stato coltivato senza protezione sintetica delle colture. Tutto sommato, la birra biologica è molto più rispettosa della natura e si basa su una coltivazione sostenibile e priva di pesticidi.

Sebbene le birre ecologiche rappresentino solo una piccolissima percentuale di tutte le birre disponibili sul mercato, la tendenza è arrivata da tempo sugli scaffali delle bevande. Se non vuoi trascurare la tutela della salute e dell'ambiente quando bevi una birra dopo il lavoro, puoi scegliere una delle numerose birre ecologiche e non devi fare a meno di una vasta gamma.

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Nel 2022 siamo tornati a viaggiare, a uscire, ad andare in vacanza. La moda riflette questa voglia di libertà, in particolare per quanto riguarda le borse più di tendenza: stile sbarazzino e vacanziero dettano le regole del gioco.

Prima di tutto, il 2022 ha visto il ritorno delle borse a mezzaluna. Già in voga negli anni 2000 , che sono tornati prepotentemente alla ribalta le borse a mezza luna o borse hobo sono state il must-have di quest’anno. Possono essere portate a mano e a spalla, e sono caratterizzate da una forma ad arco sottile, molto accentuato. Per il giorno, sono indicate borse hobo colorate da abbinare a jeans, pantaloni in lino o gonne. Per la sera invece, meglio scegliere borse a mezzaluna di pelle o ecopelle, con dettagli flou o borchie. Perfette con mini-abiti da abbinare con ballerine o tacchi, le borse a mezzaluna sono le vere protagoniste delle serate 2022. Molto di successo sono state le borse a mezzaluna piotante, verdi e nere, prodotte da tantissime case di moda in moltissimi colori e materiali.

Per le donne che amano di meno look sbarazzini e preferiscono atmosfere più classiche, è tornata invece di moda la borsa in rafia o paglia intrecciata. Adatta non solo al mare, ma anche alla città, le borse in paglia sono un vero must have per l’estate 2022. Conferiscono un tocco spensierato a chi le indossa, senza sacrificare l’eleganza e la semplicità. Le borse in rafia possono essere di diverse forme, dal secchiello, alla borsa tonda, alla maxi borsa. Il secchiello è stato proposto ad esempio da Jim Sanders. La maxi bag da Loewe. Una borsa in rafia è adatta ad ogni occasione d’uso, dall’aperitivo alla festa in spiaggia, dalla serata con le amiche alla cerimonia estiva.

E ancora, per chi non vuole mai rinunciare a un tocco glamour, basterà indossare una borsa simile alla Kenny di Givenchy. Molto ampia, con chiusura magnetica e tracolla con anelli, è tutto ciò che serve per rendere di tendenza qualsiasi look. Amata dalle giovanissime, può essere abbinata con jeans e sneakers di giorno, ma anche con un tubino la sera. Il lucchetto che decora la chiusura della borsa rende la borsa Kenny il luogo perfetto in cui custodire gli oggetti più importanti per la vita di tutti i giorni, impreziosendo l’outfit con linee contemporanee e decise.

Non è necessario rivolgersi a una casa di alta moda per acquistare una hobo bag, una borsa in paglia o una borsa Kenny che possa soddisfare le proprie esigenze. Tantissimi marchi produttori di vestiti eleganti economici propongono i modelli di borsa più di tendenza per il 2022. Per avere una panoramica dei marchi a cui affidarsi per trovare una borsa adatta alle proprie esigenze, è possibile consultare il sito Reviewbirds . Poi, scelta una casa di moda, basterà digitare il nome del modello di borsa desiderato per acquistare il prodotto scelto senza preoccupazione per la qualità e la sicurezza del prodotto. 

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Gli amanti e i collezionisti di vini a un certo punto della propria vita si troveranno di fronte a un dilemma: acquistare o no un frigo solo per i vini? Questa è una domanda che ha diverse risposte, e ogni risposta è adatta al tipo di esigenza. Proviamo a fare un po’ di chiarezza per chi ha dei dubbi e non riesce a decidere se acquistare la propria cantinetta vino frigo, o continuare a conservare il vino come meglio può. 

 

La quantità da immagazzinare

 

Sembrerà una banalità, ma una delle prime risposte che deve cercare di darsi chi è in dubbio fra comprare una cantinetta vino oppure no, è valutare la quantità di bottiglie che si possiede. Difatti la decisione, o indecisione, deriva proprio da qui. 

 

Il luogo in casa rispetta i requisiti essenziali? 

 

Inoltre, la conservazione del vino deve rispettare diversi elementi che sono imprescindibili per mantenere il gusto e le proprietà organolettiche inalterate di questa bevanda millenaria. Qualora in casa si riescano ad avere i requisiti elencati di seguito, e soprattutto tutti nello stesso posto, allora si è davvero fortunati e si potrà evitare di acquistare un frigo solo per i vini. Le caratteristiche che un’apoteca moderna deve avere sono queste: 

  • temperatura: deve oscillare fra i 5° e i 20°, ma la temperatura ideale di conservazione è di 12°. Se quindi il luogo che possiamo adibire a cantina vino mantiene questa temperatura, potremmo pensare di utilizzarla per immagazzinare i nostri vini per molto tempo; 

  • totale assenza di vibrazioni: il vino è una bevanda delicata, ed ogni piccola vibrazione potrebbe intaccare le qualità di questa bevanda. Molto spesso gli armadi o cantine che conservano il vino sono dotate di uno smorzatore di vibrazioni; 

  • totale assenza di odori: eh sì. Il nostro vino è talmente delicato che oltre a temperatura e vibrazioni, anche gli odori possono influenzarlo negativamente. Il tappo di sughero con cui vengono chiuse le bottiglie è portato a un deterioramento biologico, e ciò lascia penetrare aria. Proprio per questo motivo è importante che l’aria che penetra all’interno della bottiglia non porti con sé odori sgradevoli o in generale odori forti, che potrebbero conferire al vino sfumature non volute. Difatti spesso le cantine professionali o i frigo da vino sono predisposti con dei filtri a carbone proprio per evitare questo tipo di problema; 

  • umidità: anche l’umidità vuole la sua parte nella conservazione del vino. Difatti questo requisito è altrettanto importante e deve essere di oltre il 50% . In realtà per onor di cronaca una cantina professionale per l’invecchiamento del vino ha un’umidità fra il 50 e il 75%; 

  • il buio è buon amico del vino: se per l’uva e per le piante in generale è il sole l’ottimo compagno per la crescita, è invece il buio essenziale per l’invecchiamento del vino. La luce accelera infatti la maturazione della bevanda, ed è questo il motivo per cui le porte degli armadi per conservare il vino sono sempre anti UV.

Ecco i cinque elementi portanti di un luogo adibito alla conservazione del vino. Qualora si dovesse avere la fortuna di concentrare queste cinque caratteristiche tutte in un solo luogo, allora si potrebbe evitare di acquistare un frigo per il vino, anche se resta comunque la soluzione più idonea a lungo andare.

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Negli ultimi anni gli italiani hanno mostrato il proprio amore per la birra. Sono sicuramente cambiate le abitudini di consumo, ma al tempo stesso si è fortificata la presenza di birre sulle tavole degli italiani. Per molti il vino è considerato troppo impegnativo, mentre una birra fresca è sinonimo di convivialità, di unione. E proprio per questo motivo sempre più aziende hanno scelto di regalare un po’ di sana socialità da gustarsi anche all’interno delle mura domestiche! Ma che tipo di birra amano in particolare gli italiani? Domina sovrana la Doppio Malto, ma a sorpresa hanno letteralmente rubato la scena le birre artigianali.

 

Il boom delle birre artigianali

Il mercato delle birre artigianali è abbastanza nuovo in Italia, anche se negli ultimi anni abbiamo assistito a un vero e proprio boom al quale è seguita una grande crescita. Sono nate diverse aziende di produzione, alcune molto piccole, mentre altre si dedicano anche all’imbottigliamento e all’etichettatura. Questi ultimi due processi prevedono dei costi che possono essere elevati. Proprio per questo ci si rivolge con sempre maggior insistenza ad imprese che si occupano di offrire etichette personalizzate, con costi molto più contenuti anche su ordini più piccoli. Ma ovviamente il processo decisionale è molto delicato, scopriamo il perché!

 

Etichette in linea con lo stile di un brand

Le etichette personalizzate sono solo l’ultima parte di un progetto ampio e importante, che passa attraverso la scelta più grande: vuoi vendere un prodotto in bottiglia o in lattina? La cosa più importante quando si vuole portare a termine questo processo è saper bene che tipo di immagine e messaggio si vuole veicolare. Progettare un’etichetta per la birra prevede di conoscere il proprio prodotto al meglio, partendo da 3 semplici domande:

  1. Chi è il target di riferimento?
  2. Che tipo di vendita effettui?
  3. Quali sono le caratteristiche del prodotto che vendi?

Dovrai quindi comunicare le peculiarità stesse della birra artigianale che produci, mostrando la personalità del prodotto ma anche del tuo marchio. In questo modo potrai comunicare con i tuoi clienti, senza voler per forza conquistare tutti i consumatori con un messaggio poco convincente. La tua birra vuole essere un prodotto di nicchia, rivolto ai veri appassionati? E dove la vorrai vendere? Perché come capirai anche la giusta strategia di marketing che attui ha una grande influenza sull’esito finale!

 

Etichette da personalizzare in base al proprio prodotto

Che tipo di etichetta puoi acquistare? E soprattutto fino a che livello di personalizzazione puoi arrivare? In molti casi si parte da un’etichetta normale con stampa ad inchiostro, oppure si possono poi scegliere le versioni con colori fluo per riflettere al buio. I modelli possono essere poi impreziositi fino ad ottenere etichette autoadesive, decorate con stampa a caldo dorata o argentata. L’importante è riuscire a trovare una soluzione che, una volta conclusa la fase sperimentale, possa diventare riconoscibile e ricordare in modo semplice il marchio di produzione della birra artigianale.

L’ideale sarebbe trovare un’impresa che offra una campionatura di etichette specifiche, in modo da poter ottenere su richiesta degli esempi da ammirare da vicino prima di scegliere.

 

E i materiali?

Nella scelta del materiale della tua etichetta è bene considerare sempre il tipo di stampa che vorrai provare. Se richiedi la stampa di etichette per birra per la prima volta è bene farti consigliare direttamente dagli esperti del settore, poiché potrebbero facilitare il tuo lavoro. Ricorda che le birre artigianali tendono ad attirare un pubblico giovane-adulto. Quindi sarà importante curare l’estetica dell’etichetta e il suo design per rendere merito al prodotto rispetto al target di riferimento

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